Motori

Diesel, un alleato importante nella transizione verso l’elettrico

Il mondo dell’auto sta evolvendosi rapidamente verso l’elettrificazione.

Nel frattempo, però, in questo turbolento periodo di transizione, le altre motorizzazioni sono ancora quelle che consentono la mobilità quotidiana. Così, i motori Diesel sono ancora i protagonisti della strada. E anche l’esaurimento anticipato degli incentivi previsti dal Governo, proprio nella categoria che comprendeva questo tipo propulsore, hanno fornito precise indicazioni anche dalla clientela.

Il mondo dell’auto: diesel, un alleato importante nella transizione verso l’elettrico.

Test di Mercedes-Benz e Bosch nelle principali città italiane


Ecco quindi che i test promossi da Mercedes-Benz Italia e Bosch, e condotti da CSI, nelle principali città italiane, sono stati organizzati proprio per sensibilizzare l’attenzione di istituzioni e opinione pubblica sull’importante salto tecnologico che negli ultimi anni ha visto protagoniste le motorizzazioni tradizionali.

E i primi risultati confermano che i Diesel sono sempre più efficienti e a basso impatto ambientale, ovvero sono molto meno sporchi, brutti e cattivi di quello che è stato loro imputato negli ultimi anni.


I test


Sono stati condotti a Milano e Torino. Ora proseguono sulle strade di Roma, i test promossi da Mercedes-Benz Italia e Bosch, e condotti da CSI, società del Gruppo IMQ, organismo di verifica di conformità, per valutare le reali emissioni delle motorizzazioni di ultima generazione in condizioni di guida reale.

La Business Unit Automotive di CSI è, infatti, considerata uno dei principali poli di eccellenza europei nel campo della sperimentazione e testing dell’autoveicolo, ed è anche l’unico test centre italiano autorizzato da Euro NCAP e da Green NCAP.


Tre i veicoli messi a confronto


Il traffico delle metropoli italiane è lo scenario ideale per verificare scientificamente l’effettivo impatto ambientale della mobilità di ultima generazione.

Su questi percorsi tipicamente urbani sono stati impiegate tre diversi tipi di alimentazione: una Classe A 200 d, equipaggiata con un propulsore Diesel 2.0 da 150 CV; una Classe B 160, con motore 1.3 benzina da 109 CV e una Classe C 300 de EQ-POWER, alimentata da 2.0 Diesel Plug-In con una potenza di sistema di 194 + 122 CV.


Come si svolgono


Rispetto ai test in laboratorio (sui rulli), i test RDE (Real Drive Emissions) si svolgono su strade aperte al traffico, dove il veicolo si trova a circolare in condizioni non facilmente prevedibili: code, semafori, rotatorie, stop&go.

Insomma, le condizioni migliori per misurare gli inquinanti emessi durante la guida su strada.

Questi test si basano su un dispositivo chiamato PEMS (Portable Emission Measurement System), un analizzatore portatile, compatto e leggero, che permette la misura dei principali inquinanti (Ossidi di Azoto – NOx, Numero particelle di Particolato – PN) emessi dalle automobili.

Il mondo dell’auto: diesel, un alleato importante nella transizione verso l’elettrico.


I risultati


Nel caso di questi RDE Emission Test sono stati misurati gli ossidi di azoto (NOx) e le polveri sottili (PN), primi imputati delle emissioni nelle nostre città.

I test portati a termine hanno affrontato tre diverse tipologie di scenario: il primo, a Torino, in condizioni equivalenti a quelle omologative, con oltre 200 parametri e un percorso di circa 90 minuti su strade urbane, extraurbane e autostrade.

Il secondo test, a Milano, su percorrenze esclusivamente urbane, ha anche comparato la concentrazione della massa di particolato (PM) in aspirazione con quella allo scarico. Il test nella Capitale ha, per grandi linee, ricalcato modalità e rilevazioni di quello effettuato a Milano.


Emissioni di gran lunga sotto il limite


Tanto per cominciare, è bene sottolineare che tutte le auto coinvolte nel test hanno registrato valori di emissioni nettamente inferiori ai limiti consentiti, sia in laboratorio, ma soprattutto su strada, in condizioni di guida reale.

Tra gli elementi più interessanti emersi nel corso dei test, è opportuno segnalare che, i valori medi delle emissioni di ossido di azoto e del numero di particelle allo scarico del motore Diesel Euro 6d preso in oggetto, sono inferiori rispetto a quelli della vettura con alimentazione a benzina a iniezione diretta, pur rimanendo entrambe in una fascia decisamente al di sotto dei limiti.

Un riscontro ben diverso rispetto a quanto si registrava con le vecchie motorizzazioni Diesel, sviluppate prima dell’avvento dei test RDE e del PEMS. In questi casi, le vetture testate su strada, facevano registrare valori reali di emissioni degli NOX molto più elevati rispetto a quelli emersi in laboratorio.


La rivincita del Diesel


Inoltre, un altro fattore particolarmente interessante emerso dal test a Milano è che, in presenza di un’alta concentrazione di particolato, come nel caso in cui ci preceda un veicolo particolarmente inquinante, la concentrazione delle polveri allo scarico è risultata fino a 2.000 volte inferiore rispetto a quella dispersa nell’aria dell’ambiente circostante.

Ciò non significa che i Diesel di ultima generazione possono essere considerati dei ‘filtri per la pulizia dell’aria’, ma certamente è un ottimo motivo per rivedere in maniera radicale la reputazione di questa tipologia di alimentazione.

Tra l’altro, nel corso di tutte le sessioni di test non è mai avvenuta alcuna rigenerazione del filtro antiparticolato, che prevede la periodica combustione delle polveri accumulate al suo interno.

Questo processo è sempre stato erroneamente indicato come un importante picco di emissioni. Recenti studi hanno, invece, dimostrato che, pur considerando la rigenerazione, i livelli di emissione di particolato sono inferiori, pari ad un quinto, della soglia consentita.

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