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Creatività e ironia per il distanziamento sociale

Al via una nuova fase di ripartenza dall’emergenza Covid-19.

di Maurizio Pignata

Con la prossima settimana, sia pure tra molte polemiche e altrettante incertezze, dovrebbe prendere il via una nuova fase di ripartenza dall’emergenza Covid-19. Una sfida importante in cui verrà liberalizzata la mobilita tra Regioni e anche quella internazionale.

Come più volte sottolineato , non si tratta però di un “liberi tutti”.

Tanto meno la dichiarazione di fine delle ostilità, con il maledetto che se la batte in ritirata. Il virus è invece ancora tranquillamente presente e se ne sta in disparte, sornione ad aspettare di colpire chi non si attiene più alle regole, credendolo ormai innocuo.
Sarà quindi ancora più importante rispettare il distanziamento sociale, per garantire la sicurezza di ognuno di noi e per impedire che il virus riprenda a diffondersi velocemente.

Quello che preoccupa maggiormente è contenere la voglia di libertà soprattutto nei bar e nei ristoranti. Il desiderio di ritornare ad assaporare quei momenti di spensieratezza ante coronavirus , di cui dovremo dimenticarci per un po’ di tempo.

Burger King
Burger King

Che fare, dunque per non gettare al vento tutti i sacrifici affrontati sinora ?

Senza dubbio, non allentare la “guardia”, continuando ad adottare tutte le precauzioni sin qui utilizzate. Per agevolare i propri clienti, però, molti locali in tutto il mondo hanno lasciato spazio alla creatività degli esercenti. Ne citiamo alcuni , non tanto per stilare una classifica dei migliori , ma perché ci hanno veramente colpito.

Creatività da Fast Food

La celebre catena internazionale di fast food Burger King, ha inventato, ad esempio, in Germania la corona per il distanziamento sociale. Si tratta di una corona di cartone “fai-da-te” del diametro di quasi 2 metri, grazie alla quale i clienti non riescono proprio a stare vicini.

Un modo divertente per gustare un hamburger, rispettando il distanziamento sociale.

Con un pizzico di ironia in più, in Italia Burger King ha inserito nel proprio menu il “ Social Distancing Whopper”, un hamburger con tripla razione di cipolla che “aiuta gli altri a starti lontano”. Niente male, per chi è amante di questo bulbo dai notevoli valori nutrizionali e dalle elevate proprietà antiossidanti e antiinfiammatorie. Un po’ meno, effettivamente, per gli altri.

I clienti del Cafe & Konditorei Rothe a  Schwerin,
Clienti del Cafe & Konditorei Rothe a Schwerin


Praticità tedesca multicolore

La Germania la fa da padrone anche nei bar, con un’efficace quanto eccentrica iniziativa. I clienti del Cafe & Konditorei Rothe a Schwerin, nella Germania nordorientale, vengono invitati ad indossare particolari cappelli, a cui sono attaccati variopinti tubi galleggianti da piscina.

Un metodo empirico ma sicuramente molto divertente con cui regalare un sorriso oltre alla certezza di poter prendere tranquillamente un caffè senza pericolo di contagio.
Ancora meglio è stato fatto in un bar di Kiel, sempre in Germania, dove la possibilità di interazione tra barista e clienti è quasi impossibile.

Il danaro, il caffè e eventuali brioche o pasticcini viaggiano attraverso uno scivolo realizzato a mano.

 “Plex’Eat”, una “campana” in plexiglass” ideata dal designer d’interni Christophe Gernigon.
“Plex’Eat”, una “campana” in plexiglass” del designer Christophe Gernigon


Il design francese

Che dire, poi, dell’ idea creativa per il distanziamento sociale nei ristoranti, che arriva dalla Francia. Si tratta di “Plex’Eat”, una “campana” in plexiglass” ideata dal designer d’interni Christophe Gernigon.

In pratica i clienti si trovano sotto un grande paralume che pende dal soffitto, aperto sul retro per consentire l’accesso ed evitare un’eventuale sensazione di soffocamento.

Attualmente, la protezione in plexiglass è utilizzata a Parigi nel ristorante H.A.N.D., ma il designer ha già ricevuto più di 200 richieste da locali di altri cinque Paesi.

La proposta di Mediamatic Eten
La proposta di Mediamatic Eten


Romanticismo “vegano” in Olanda

Interessante, oltre che molto romantica, la proposta di Mediamatic Eten, un ristorante nascosto in un piccolo angolo nel centro di Amsterdam, ricavato in una serra che si affaccia sulle barche che viaggiano lungo il fiume.

Specializzato in cucina vegana, il ristorante propone cinque serre separate, aggiunte all’esterno, per poter gustare la cena in un ambiente bellissimo e protetto. I cameriere indossano le apposite visiere e servono il cibo su una tavola di legno per evitare qualsiasi contatto diretto tra i commensali e il personale.

Il ”Bord fàr En”, cioè Il tavolo per una persona.
Il ”Bord fàr En”, cioè Il tavolo per una persona

Una cena al giorno leva il Covid di torno

La Svezia non è ha mai osservato il “lockdown” però ha comunque adottato alcune linee guida per il distanziamento sociale. Onde evitare qualsiasi contatto, Linda Karlsson e il suo partner, Rasmus Persson, hanno ideato il ”Bord fàr En”, cioè Il tavolo per una persona.

Ogni giorno, infatti, viene preparata per una sola persona una tavola calda in mezzo a un campo, mentre un cesto che viene consegnato attraverso un sistema di carrucole contiene il cibo ordinato.

I tavoli paraurti a Ocean City nel Maryland
I tavoli paraurti a Ocean City nel Maryland


Creatività made in U.S.A.

Atmosfera anni ’40, invece, per chiudere, in un classico ristorante in Virginia, dove nei tavoli vuoti sono stati sistemati alcuni manichini a tema, realizzati in collaborazione con una compagnia teatrale.

Il distanziamento sociale è assicurato e il ristorante sembra meno vuoto, con servizio dedicato agli ospiti in carne ed ossa ma anche a quelli un po’ più “statici”.
Nel Maryland, la società Revolution Event Design & Production di Baltimore ha realizzato i “tavoli paraurti” per un divertente bar di Ocean City.

I tavoli rotondi, che possono tranquillamente spostarsi, in quanto equipaggiati con rotelle girevoli, sono protetti da gigantesche e robuste camere d’aria, che tengono a debita distanza, proprio come dei paraurti, i clienti ogni volta che cercano di venire a contatto.

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