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VELA : LA SPEDIZIONE 132 GIORNI A BORDO DI UN HYLAS 63S SULLA ROTTA DEI VICHINGHI

Dalla #Florida a #Valencia via #Groenlandia, #Islanda, le selvagge Isole Færer e lo stretto di Prince Christian Sound. La navigazione di Alberto Duhau a bordo di Shaima tra balene e ghiacciai.

Un armatore molto determinato di un #hylas63 ha dimostrato quanto sia semplice attraversare il Nord Atlantico navigando di isola in isola.

Un armatore molto determinato di un #hylas63 ha dimostrato quanto sia semplice  attraversare l'Oceano Atlantico del Nord navigando di isola in isola.

Dopo aver apportato poche opportune modifiche al suo #yacht Shaima per affrontare la navigazione a quelle latitudini, Alberto Duhau e il suo equipaggio – che si è turnato di tappa in tappa – è salpato dalla #Florida alla volta di #Valencia passando per #Terranova, #Groenlandia, #Islanda e #IsoleFærer, arrivando a destinazione dopo 132 giorni.

Un omaggio ai navigatori vichinghi

Con questa spedizione, Duhau ha voluto rendere omaggio ai navigatori vichinghi, lo ha voluto però fare con una barca comoda e non da spedizione artica.

Studiando le navigazioni dei vichinghi, Duhau ha scoperto che utilizzavano navi veloci per brevi tratti, sfruttando le finestre meteo favorevoli in piena estate.

“Se i Vichinghi l’hanno fatto dieci secoli fa, perché non possiamo farlo noi in maggiore sicurezza e comodità?”, si è domandato Duhau.

Poche modifiche per navigare nell’estremo Nord

Per poter affrontare le acque del Grande Nord sono state apportate solo alcune modifiche all’imbarcazione.

Costruito dal cantiere Hylas Queen Long Marine di Taiwan, Shaima è uno Bluewater da 8 posti e dalle linee eleganti, firmato Germán Frers.

Lo scafo è stato costruito con tecnica a sandwich high-tech utilizzando strati alternati di Twaron e fibra di vetro per conferire rigidità e resistenza in caso di collisione ed è stato customizzato per la navigazione offshore.

Per poter navigare in acque fredde, è stata aggiunta una cabina di pilotaggio rigida dotata di riscaldamento, è stato installato uno scambiatore di calore nella presa dell’acqua e sono rinforzati il paranco per il tender da 15 piedi e i cuscinetti del timone. L’imbarcazione è stata dotata di un’ancora con una catena lunga 120m di catena e idonea ai fondali che avrebbe incontrato durante la navigazione costiera.

Un armatore molto determinato di un #hylas63 ha dimostrato quanto sia semplice  attraversare l'Oceano Atlantico del Nord navigando di isola in isola.

Appena approntata la barca per la spedizione, Duhau ha elaborato un piano dettagliato che prevedeva la navigazione a sud-ovest della Groenlandia e nello stretto del Prince Christian Sound, lungo 57 miglia. Questo stretto fiordo separa la terraferma da numerose isole a sud e i ghiacciai che si distaccano nelle sue profonde acque da nord. In alcuni punti, non è più largo di 500 metri.

Dotata di un capiente serbatoio per 2.450lt di carburante e di un serbatoio per l’acqua di 1.450lt nonché diversi frigoriferi ben forniti di cibo fresco, Shaima ha preso il largo dalla costa orientale degli Stati Uniti per il lungo salto. Ha puntato la prua verso le coste della Nuova Scozia e Terranova, accompagnata dalla emozionante presenza di megattere e balene pilota.

I piccoli villaggi costieri di questa parte del Canada hanno l’aspetto delle città scandinave e punteggiano il paesaggio per il resto del viaggio“, ha osservato Duhau.

Il salto di 700 miglia verso Qaqortoq

Dopo tre giorni di attesa a Terranova della finestra meteo favorevole, Shaima ha iniziato il salto di 700 miglia verso la seconda città della Groenlandia, Qaqortoq.

Venti di 15-20 nodi da sud e da ovest hanno supportato favorevolmente la navigazione per la maggior parte del tempo. L’equipaggio è stato però sempre occupato ad avvistare banchi di ghiaccio affioranti e iceberg.

A volte potevamo avvistare gli iceberg al caldo nella nostra cabina di pilotaggio, ma spesso dovevamo stare di guardia all’aperto sul ponte“, ha detto Duhau. “Le nostre tute e i nostri stivali artici si sono rivelati essenziali.

Il calore e il comfort dei lussuosi interni della barca hanno protetto egregiamente l’equipaggio dal freddo e dalla nebbia.

Circa il 90% della #Groenlandia si trova sotto la calotta glaciale. L’unica striscia di terra non coperta dai ghiacci si trova sulla costa.

Ancoraggio dopo l’ancoraggio, l’equipaggio si è divertito cimentandosi in diverse attività: la scalata degli iceberg, kayak in mare e pesca al salmerino artico.

C’è voluta massima attenzione durante la navigazione dello stretto di Prince Christian Sound, dove si naviga in mezzo ad alte scogliere di granito e 12 ghiacciai in distacco. Questo è stato uno dei momenti più emozionanti del viaggio.

La traversata verso #islanda è stata molto più semplice con un tratto di mare di 660 miglia, per lo più privo di ghiacci. La navigazione è durata solo quattro giorni. L’isola è molto meglio attrezzata con i suoi porti e strutture turistiche.

Duhau aveva inizialmente pianificato di prendere la rotta più estrema a nord, ma ha poi cambiato i suoi piani per recuperare il tempo perso.

Reykjavik è accogliente, culturalmente vivace e divertente“, ha detto. “Abbiamo trascorso 10 giorni lì e c’erano tantissime cose da fare.”

La navigazione verso le Isole Faroer è sembrata in confronto una discesa. Le isole sono belle, disabitate e selvagge. E’ possibile esplorarle via mare , ma è più veloce farlo via terra, perché le isole principali sono collegate da tunnel.

Shaima si è concessa anche un rapido passaggio ad Inverness, imboccando il Canale della Caledonia per raggiungere la Scozia.

Duhau si è detto entusiasta di “salire e scendere decine di chiuse, navigare attraverso il leggendario Loch Ness e raggiungere la bella Oban il terzo giorno.

Arrivati a Tobermory e Islay, l’equipaggio ha visitato non meno di sei distillerie, con immaginabili conseguenze la mattina dopo.

I momenti salienti sono stati poi Belfast, Dublino e la Spagna, dove la velocità ha cominciato ad aumentare puntando la prua verso sud e il Mediterraneo.

Ripensando alla sua avventura, Duhau ha fatto notare di non aver mai trascorso più di sei giorni di fila in mare, molto lontano dalle due o tre settimane richieste per la rotta diretta.

Un armatore molto determinato di un #hylas63 ha dimostrato quanto sia semplice  attraversare l'Oceano Atlantico del Nord navigando di isola in isola.

La via verso nord è così remota, così incontaminata che tocca il cuore. Non c’è bisogno di una barca da spedizione per affrontarla, ci vuole solo una barca a vela marina e un equipaggio competente“, ha aggiunto. “La traversata dell’Atlantico è un progetto molto fattibile.”

Peggy Huang, Chief Operating Officer di Hylas, ha salutato con gioia i successi di Alberto e del suo crew. “Siamo entusiasti di constatare che #hylas63 Shaima abbia risposto alla prova nell’estremo nord in modo eccezionale. Per noi però non rappresenta una sorpresa. Lavoriamo con uno dei migliori architetti navali al mondo e utilizziamo tecnologie all’avanguardia per garantire che tutte le nostre barche possano navigare offshore in piena sicurezza. Le nostre barche garantiscono ottime performance ovviamente, ma sono soprattutto sicure, maneggevoli e la vita a bordo è estremamente confortevole. La nostra capacità di personalizzare le barche ci rende unici nel segmento #yacht 46-70ft.

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