Cultura

Action Painting Jam” di Massimo Costantino e lo Speakers’ Corner

Mio marito Massimo ha avuto per un decennio un atelier nella zona centrale di Torino, nota come Quadrilatero.
Il suo studio si trovava in Via Bellezia angolo Via San Domenico. Aveva chiamato l’Atelier Vox Populi.
Lo aveva scelto con ampie vetrine. A lui piaceva lavorare e dipingere in vetrina. Non si sentiva disturbato. Anzi amava interagire. I passanti guardavano Massimo all’opera da fuori. Se li scorgeva sbirciare li invitava ad entrare. Le persone erano intimorite. Temevano di disturbare o di dover comperare un quadro. Poi capivano il suo vero intento. Era voglia di comunicare. Finiva sempre che si fermavano a chiacchierare con lui a lungo. Per molte persone diventò un appuntamento fisso. Alcuni divennero amici sinceri.
Alla fine allestimmo l’atelier come un salotto per accogliere chi voleva passare del tempo con lui mentre creava.

L’Atelier Vox Populi divenne quindi un punto di ritrovo per amici vecchi e nuovi. Era un laboratorio creativo a tutto tondo. Un luogo dove incontrarsi e scambiare punti di vista. Massimo ci andava sempre dal tardo pomeriggio fino a notte inoltrata.

Quando non ero in viaggio lo raggiungevo. Era lui a chiedermelo. Ci teneva particolarmente.
A volte lo trovavo solo, ma molto più spesso era in compagnia. Ero un bell’uomo. Molto affascinante. Le donne lo corteggiavano. Quando trovavo donne sedute nell’atelier, entravo facendo la vaga. Non volevo distruggere il suo charme di artista. Ma lui si girava lasciando i pennelli. Mi baciava appassionatamente e mi presentava: “Mia moglie”. Queste schizzavano via come se avesse sparato un colpo di start ad una corsa podistica.

Mi piaceva guardarlo lavorare. La musica rock o pop di sottofondo. Stava davanti alla tela vuota. A volte ci si perdeva davanti per ore. Sembrava che non stesse facendo niente. Altre volte invece bastavano pochi minuti. Sapeva già cosa si nascondeva nel bianco e cosa avrebbe realizzato. Mi diceva che era già tutto dentro la tela.
Era sempre sporco di tempera e puzzava tremendamente di solvente. Imbrattava tutto ciò che toccava, me compresa. Però erano momenti molto intensi. Eravamo in vetrina. Lui dipingeva e parlavamo di arte, filosofia e della nostra vita di persone normali… insomma più o meno normali.

Il suo Atelier Vox Popoli era diventato così un luogo di incontro ed era molto conosciuto.

Nel giugno 2012 ci inventammo un evento: “Action Painting Jam” di Massimo Costantino e lo Speakers’ Corner: Lascia il Tuo segno! Pittura collettiva con partecipazione di artisti e non.
L’Action Painting Jam era un marchio depositato da Massimo.

La serata prevedeva la realizzazione di un’opera collettiva.
Chiunque poteva lasciare il proprio segno di esistenza e dare vita ad una interpretazione multiforme dell’attualità. Appropriarsi di una casella espressiva all’interno della tela collettiva ed esprimere con il segno la personale percezione, traendo spunto dalla propria esperienza o dalle opinioni che emergeranno dallo Speakers’ Corner stesso.
La tela aveva l’intento di restituire una realtà multiforme e frammentata e portare tutti sullo stesso piano, ma con i diversi punti vista.
La tela era il mondo, la città e il condominio. Un grande collage umano.

Allestimmo una grande tela. Ci fu un via vai pazzesco. Vennero molti pittori con i propri colori. Amici e perfetti sconosciuti. Tutti si misero all’opera. Entrarono anche curiosi. Alcuni lasciarono il proprio segno in modo timido. Altri si comportarono in modo prepotente cancellando i segni altrui. Ci furono pittori che capirono il concetto di collettivo. Altri si offesero di veder sovrapposto al proprio bellissimo segno devi veri e propri sgorbi.
Fu un esperimento sociale interessante.
Io con due mie amiche psicologhe sedevamo sul divano come le tre civette sul comò e osservavamo la scena e i vari comportamenti scambiandoci occhiate furbe.
Massimo dipingeva sereno come al suo solito perché lui nell’atelier entrava nella sua dimensione eterea.

Mi piace ricordare Massimo immerso nella sua energia creativa.

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